The First Man by A.S. Kelly

The First Man by A.S. Kelly

autore:A.S. Kelly [Kelly, A.S.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Non sono un frequentatore assiduo di casa

Brennan nonostante conosca la famiglia di Alex da

quando ero bambino. Brian e io non andavamo a

casa dei nostri amici dopo la scuola; io avevo

sempre qualche faccenda da sbrigare e Brian non

poteva essere certo lasciato da solo. E poi c’erano

i compiti, la spesa, la cena da mettere in tavola…

Non avevamo questa grande libertà, non vivevamo

la nostra età come tutti gli altri ragazzini. Avevamo

solo nostro padre che era impegnato con il locale

fino a tarda notte, quindi a noi toccava arrangiarci

da soli e provare a mandare avanti la casa. Io

cercavo di fare quello che potevo, ero il più grande

e mi sentivo responsabile di mio fratello, lo

seguivo a casa con i compiti, anche se io per primo

non ero questo gran cervellone, gli preparavo la

cena, mi assicuravo che avesse il pranzo nello

zaino per il giorno dopo. Restavo sveglio fino a

tardi per sentire mio padre rientrare, per

assicurarmi che fosse ancora in piedi e che noi

avessimo ancora qualcuno su cui fare affidamento,

almeno sulla carta. Non era un uomo cattivo, non

posso dire che ci abbia maltrattati o che non ci

abbia messo da mangiare in tavola, era solo un

padre assente e un uomo con un mucchio di

problemi che si riflettevano inevitabilmente sui

suoi figli. Ed era un uomo solo. Aveva il suo locale,

i suoi clienti e la sua amata bottiglia.

La mia paura più grande era che un giorno non

tornasse a casa e che Brian e io avremmo perso

tutto quello che avevamo, ovvero noi due. Avevo il

terrore che una notte si potesse presentare un

poliziotto alla porta per dirci che nostro padre non

sarebbe tornato e che un assistente sociale ci

avrebbe separati per sempre. Cosa avrebbe fatto

Brian senza di me? E cosa ne sarebbe stato del

sottoscritto se non avessi più avuto mio fratello di

cui occuparmi?

Un poliziotto è venuto davvero alla nostra

porta una notte, in compagnia dei servizi sociali,

ma per nostra fortuna – se di fortuna possiamo

parlare – io ero già maggiorenne e Brian non era più

un bambino. Non avevamo parenti, avevo

terminato gli studi, avevamo una casa sulla testa e

un locale che è passato a me e che ho mandato

avanti come ho potuto per tutti questi anni. Non è

stato facile prendere in mano le redini della nostra

vita, anche se in realtà facevo tutto da solo anche

prima; ma il locale stava andando a fondo e i debiti

che mio padre aveva lasciato, le continue visite

degli assistenti sociali, i controlli e la banca che

non ci concedeva nessun prestito, erano tutti

pensieri che la notte venivano a bussare alla mia

porta e non mi permettevano di chiudere occhio.

Sono stati anni di merda, ma sono alle nostre

spalle. Brian è cresciuto, non posso dire di aver

fatto un ottimo lavoro, ma ho fatto del mio meglio

e in fondo non è venuto su male. Avrà la sua testa

di cazzo, avrà poca voglia di lavorare, ma è un

bravo ragazzo e per mia fortuna riesce a restare

lontano dai guai.

Prendo posto a tavola accanto ad Alex, che è

seduto di fianco a Justin che ha dall’altra parte

Ellie. Suo nonno è seduto dalla parte opposta a

capotavola, mentre Shane mi è di fronte, seduto

accanto a Clodagh.



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